Da Ilaria Mulè: cronache dalla rassegna

FESTIVAL SCHEGGE D’AUTORE 2009, UN ESTRATTO

ELETTO VINCITORE PERINELLI CON “CAMBIO VITA”

Quattro atti unici e un monologo costituiscono una tranche delle novità teatrali proposte nella nona edizione di Schegge d’autore, festival della drammaturgia a cura del direttore artistico Renato Giordano e del presidente Franco Portone.

Michele Miglionico concentra nel corto di cui è autore e regista, “In nome della scienza”, un assortimento di temi socialmente malagevoli. Un adolescente arrabbiato, mentre scorre con lo sguardo alcune foto che lo ritraggono, dialoga con il padre. Di dubbio in dubbio, di deduzione in deduzione, arriva alla verità che lo riguarda. Tramite manipolazione genetica possiede le stesse informazioni genetiche dell'organismo del genitore, è stato cioè clonato. Il DNA del donatore pare che abbia in sé l’indicazione dell’orientamento sessuale che sarà del soggetto ricevente: è gay anche il figlio. L’omofilia del finale inficia la pièce, nonostante siano di portata considerevole lo scontro generazionale e il dilemma sull’identità.

Raffaele Aufiero, saggista, critico teatral-letterario e giornalista, scrive un pezzo epico sulla libertà di parola, “Il colombo impaurito” (fuori concorso). Lo sdegno per totalitarismo e integralismo di cui si fa carico trova riferimento nella storia vera dell’assassinio di Hrant Dink, collega turco di origine armena ucciso con tre colpi di pistola alla gola il 19 gennaio 2007. La messa in scena dichiara una subalternità di status, non vive di vita propria, dipende dal valore testuale, fino a esserne “pretesto”. Dato lo stile ottocentesco, il regista Renato Capitani non si emancipa dallo script.

Il tono serissimo si alleggerisce. Massimiliano Perrotta ha trovato il suo brand. Il pensiero speculativo, la marca esistenziale e la vena poetica si combinano con la levità naïf, che pure c’è nella sua produzione, stavolta predominante, fino a invertire di segno ogni possibile rilevanza significante. Una vera e propria quota rosa è il balletto ideato ed eseguito da Barbara De Blasio. Nell’intermezzo coreutico un personaggio piumato, in doppia veste di cameriera e musa, assiste ai soliloqui etilici di pensatori tautologici persi dentro il bicchiere. Il titolo del corto è appunto “Filosofi da bar”.

Simone Perinelli deve decidere. Successo o autorialità? Pluripremiato e applaudito, il suo monologo “Cambio vita”, regia di Teresa Cordaro e Daniele Fabbri, è un omologo che presenta delle similitudini con gli spettacoli a-solo di Andrea Cosentino. Nel brano di avanspettacolo apocalittico, una pantomima che tanto deve a Totò e Massimo Troisi, un poeta parla con Dio, entità assimilata a una compagnia telefonica. L’utente, esigente in fatto di convenienza, è in cerca di nuovi servizi, offerte e tariffe.

“Mosquitos o (mis)fatti di sangue” di Duccio Chiapello, regia di Giuliano Baragli, all’inizio ingenera una certa perplessità per la totale ingenuità dell’allestimento. Uno sciame di zanzare, sottomesso al potere dittatoriale del Gran Ronzatore, vorrebbe impadronirsi del sangue di un centro prelievi. Con un corredino di antenne, zampette e alucce, gli insetti confabulano e deambulano ciechi. Una delle metafore possibili della vita, incubo postmoderno (accantonare la sartoria da recita scolastica). Teatro Tordinona, via degli Acquasparta, 16 (centro storico).

Ilaria Mulè
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