Scena & Schermo 2008 parte 3°



Fine aprile per le "Schegge"
GUERNICA DI PICASSO IN "DORA MAAR"
di Carlo Rosati

80430 - Fine aprile per le "Schegge": GUERNICA DI PICASSO IN "DORA MAAR" Lo spettacolo proposto da Luisa Sanfilippo, fuori concorso. Le altre Schegge di Castagneri, Iori e Luisa Lasciarrea di Carlo Rosati

Roma (30.4.08) – Chiude bene il mese di aprile con il terzo gruppo delle "Schegge d’autore" proposte al Tordinona, sino al 1° maggio da Lucio Castagneri, Alessandro Iori, Luisa Sanfilippo e Luisa Lasciarrea. Gli spettacoli di Lucio Castagneri e di Luisa Sanfilippo sono stati proposti "Fuori concorso" e vorrei iniziare questo mio breve esame da quello di Luisa Sanfilippo perché, anche se fuori concorso, mi è sembrata la "Scheggia" più professionale, allestita in modo completo, con una scenografia che starebbe bene anche in un medio-grande teatro, nonostante si tratti soltanto di un monologo.

Luisa Sanfilippo ha proposto "Dora Maar", terza Scheggia in scena in questo gruppo che propone, sul progetto scenico di Vincenzo Sanfilippo, illuminato da pannelli del periodo surrealista e astratto picassiano, la tenacia e il coraggio di una donna, "Dora Maar" (1909-1997), fotografa, pittrice, poetessa, per sette anni compagna e musa del Maestro e del suo genio crudele. Dora, che conobbe Picasso nel ’36 a Parigi, realizzò uno straordinario diario fotografico durante la lavorazione di Guernica, opera simbolica di Picasso contro le crudeltà e i crimini della guerra. Dietro il capolavoro, dunque, c’è una donna, unica testimone delle varie fasi del dipinto e della sua evoluzione. La "Dora Maar" di Luisa Sanfilippo ci propone una Dora più matura, che sulla scena, con le opere di Picasso, ci svela una perfetta sintesi e simbiosi del suo capolavoro; Guernica, veramente strabiliante nelle luci del Tordinona.

La serata di "Schegge" l’ha aperta "Il senso del vuoto" di Lucio Castagneri, sempre "fuori concorso", con Ave Gazi, Marcello Rinaldi, Riccardo Polimeni, Debora Bernardini, Martina Miele e Salvatore Scirè. Siamo in una situazione di "teatro nel teatro", nel quale l’attrice si ritrova a constatare con il regista e lo scenografo, la sua difficoltà di memoria.

Un grande momento di teatro lo porta Alessandro Iori con "Prigioni di stoffa", con Ester Albano e Ginevra Sammartino. Sono due donne afgane che chiacchierano e possiedono solo la voce per essere identificate. Un’immagine molto bella nella cromaticità della scena, come molte belle, e progressiste, sono le parole che si scambiano sulla donna afgana e la sua "impossibile" libertà, ma anche uno spettacolo che resta troppo fermo sulla sua immagine iniziale.

Brillante, ironico-grottesco, è "La moglie che dormiva sulle montagne russe" di Lucia Lasciarrea, con Emanuele Panzetti, Alice Reina, Cristina Baldi, con la regia di Antonella De Angelis. Una donna sposata è l’amante di un medico, e si presenta nel suo studio. Un incontro a rischio dal momento che l’infermiera, innamorata del dottore, è una curiosa pettegola. Lei non sopporta più questa situazione, non ce la fa più, è disperata e chiede all’amante di suggerirle una soluzione indolore per far fuori il marito. Lui, il medico, scandalizzato, si lascia pian piano convincere e inventa l’omicidio perfetto. Interessante anche se forse troppo caricata la parte della moglie di Alice Reina, che si rivela in ogni caso come una super "brillante" interprete.

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