Per gentile concessione di : www.teatroteatro.it
di Renato Capitani
Rassegna " Schegge d'Autore 2007"
Al teatro Tordinona di Roma
Dal 01/05/2007 al 03/05/2007
Parole dolci e malinconiche cullano l’attore ed il pubblico: sono considerazioni sul sogno che portano lo spettatore a riflessioni dettate più da esperienze vissute che da speculazioni intellettuali.
Recensione
Prova a congiungere la magia indefinita del sogno e l’illusione concreta del teatro. Non è un esperimento facile, ma è da lodare chi tenta questa impresa.
Dopo le prime battute un po’ meccaniche, l’attore riesce ad entrare maggiormente nel vivo della realtà onirica: il cappello nero retto con un amano davanti a lui fa quasi sentire la presenza di John Lennon.
Parole dolci e malinconiche cullano l’attore ed il pubblico: sono considerazioni sul sogno che portano lo spettatore a riflessioni dettate più da esperienze vissute che da speculazioni intellettuali.
Proprio per questo il testo sprigiona una grande suggestione poetica.
Come in tutti i sogni compare, accanto all’attore narratore, un’altra figura: misteriosa ma dalle sembianze note, è la persona amata. Piano piano si delinea una delicata storia d’amore.
Manca, tuttavia, fra le due figure, un reale interagire, che sembra manifestarsi solo nel finale. Per questo a volte i gesti dei due attori appaiono vuoti, privi di un referente, pleonastici rispetto al testo.
Nel finale i toni cambiano leggermente: il sogno diventa quasi una gabbia da cui a fatica si riesce ad uscire. Altre esperienze danno vita ad un’espressione ugualmente poetica, ma forse meno sognatrice: è il momento del confronto fra il sogno e la realtà a cui dobbiamo tornare, per uscire dalla trappola dei nostri desideri e passare all’azione.
(Silvia Antonelli)
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